L’opera di divulgazione, in quanto tale, deve rispondere a requisiti particolari, sui generis. Prima di tutto deve rifuggire quanto più possibile dai tecnicismi. E questo è il motivo principale per cui gli esperti sono sempre pessimi divulgatori. Indulgono nel particolare, sono specifici, puntigliosi e pignoli in tutto. Come è giusto e necessario siano degli esperti, ma è assurdo per dei volgarizzatori. Ovviamente tutto ciò si coniuga con una assoluta pedanteria. L'opera di divulgazione, invece, e' rivolta al neofita assoluto e, iproprio per questo, deve dipingere il mondo che descrive dall'alto, a volo d'uccello. Non solo: non deve dare nulla per scontato.
Personalmente sono un appassionato della storia di Roma antica. Ho letto parecchi tomi dedicati alla materia ma il primo è stato Storia di Roma di Montanelli. Recentemente l’ho riletto trovandolo zeppo d’errori e di inesattezze ma, mi domando, se non fossi partito proprio da quello, mi sarei mai appassionato alla materia? La risposta è scontata.
Il libro dovrebbe dare dei rapidi flash, fornendo nozioni semplici e dirette. Spiegando anche l'ovvio senza timore di scadere nel didascalico. E' giusto dargli una impostazione cronologica, ma non troppo capillare e deve essere arricchito da aneddoti, curiosità e storielle.
Il testo deve stimolare l'interesse e la curiosità del lettore.
Se un ragazzino nella propria immaginazione pensa alle monete antiche, evoca forzieri di pirati o scavi archeologici all'Indiana Jones. Bisogna attecchire sulla fantasia del lettore poi starà lui, eventualmente, approfondire.
Infine, ritengo che un pizzico di pragmatismo non guasti, visto che l’opera è commissionata dall’associazione, più che a un opera sulle monete penserei ad una sulla numismatica. Distinzione di non poco conto. L’obiettivo, infatti, non è quello di fare dei lettori potenziali economisti ma, futuri collezionisti.
Tratto dalla relazione di presentazione del progetto editoriale.