Re Migio - G Luca Boschiero Website

Vai ai contenuti

Menu principale:

Re Migio

RE-MIGIO

E la pozione della saggezza
Il reame delle Querce versa in una crisi terribile: non ha più un re.
La costituzione del regno prevede che possa sostituirlo solo chi vanti diritti di nascita, parentela o, non meglio definiti,  meriti magici. Spetta ai ministri del regno trovare una soluzione e in fretta prima che l’anarchia prenda il sopravvento.
Alla fine una soluzione la si trova, nella persona di Remigio, un giovane montanaro che ancora in fasce bevve una sedicente pozione della saggezza.
Remigio viene prelevato e portato alla capitale. Dopo un sommario esame di ammissione che ne attesta le capacità, sale al trono. Da subito mette in mostra le proprie capacità che lo rendono caro al popolo ma non ai nemici interni che ne vogliono usurpare il trono.
Remigio si troverà a lottare contro di loro fino a soccombere.
Quando tutto sarà perduto il giovane si interrogherà sul proprio destino: la sua saggezza è realmente una virtù? O un’impostura? Basterà essa sola a permettergli di riconquistare il trono perduto?

Che significa romanzo di formazione?
Per me il romanzo su cui lo scrittore si forma, quello in cui impara come si scrive e fondamentali di narrazione di una storia.
In questo senso Re-Migio è il mio romanzo di formazione. Iniziato nel 1984, finito nel 1992. Visto e rivisto centinaia di volte, l'ho voluto pubblicare nel 2015. Con tutte le sue imperfezioni, talmente connnaturate, che non riesco ancora a capire quali siano.
L’interrogativo che mi sono posto, ideandolo, era un tantino ambizioso. Creare una via Italiana al genere fantasy. Ciò comporta , per prima cosa, sostituire ai valori e ai modelli culturali altrui, i propri, identificando un archetipo di riferimento.
A livello temporale, il genere fantasy di matrice anglosassone è una rivisitazione, mitica, del basso medioevo, epoca oscura e, come tale, mitica e favolosa, sospesa in un limbo al di fuori della Storia e, quindi, dalla realtà; i cui  modelli di riferimento letterari sono: Beowulf e Re Artù; due titani che condensano in se tutti i topoi narrativi del genere.
In Italia, invece, è nell’alto Medioevo, e segnatamente nel Rinascimento, che si ritrovano e condensano i caratteri più nobili ed efferati, degni di una storia romanzata. Sono i personaggi storici dell’epoca, più che quelli letterari, a possedere una forza e uno spirito tali da poter essere inesauribile fonte di ispirazione per un autore. Primo tra tutti quello che meglio incarna e rappresenta quell’epoca come categoria dello spirito: Niccolò Macchiavelli.

E’ da queste coordinate che sono partito per strutturare Re-Migio.
E poste le coordinate, i canoni che ne conseguono sono chiari e lineari: è un universo rappresentativo di una cultura che ha compreso che la lingua colpisce prima e meglio della spada; che al confronto diretto preferisce l’intrigo, la congiura, il complotto. Un mondo in cui i tribunali sono più frequentati dei campi di battaglia, come si addice ad una razza  di politici più che di guerrieri. Un contesto che privilegia intelligenza ed astuzia alla forza.
Più che sword & sorcery:  act & burocracy.
Non ci sono personaggi cattivi, casomai, come suggeriva acutamente una vecchia réclame, personaggi indisposti. L’unica cosa per cui vale veramente la pena agitarsi resta il sesso, in fondo la mandragola cresce un po' dappertutto; Macchiavelli, insomma perché l’Orlando, in fondo, era solo un pazzo, furioso.

ACQUISTA
Prima edizione
Ilmiolibro.it 2014
WWWW
 
Copyright 2016. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu